COMPOSIZIONE DEL MICROBIOTA INTESTINALE NELLE VARIE ETÀ
SOMMARIO
Le tecniche di laboratorio coltura-indipendenti, come il sequenziamento massivo parallelo, la genomica comparativa, il profilo metabolico, la genomica funzionale, l’ibridazione fluorescente in-situ e i microarray filogenetici, forniscono sempre più informazioni sulla composizione, sui determinanti e sui ruoli funzionali del microbiota umano. La colonizzazione e il successivo sviluppo del microbiota intestinale nei primi anni di vita è un evento chiave per la futura composizione del microbiota umano. Crescenti evidenze mettono in luce il ruolo della nutrizione nello sviluppo della microflora, sia nella prima infanzia che in seguito, anche se altri fattori contribuiscono in modo significativo alla composizione finale della microflora in età adulta, come ad esempio gli antibiotici e/o gli alimenti funzionali. Mentre nei bambini il microbiota presenta caratteristiche di plasticità, suscettibili di cambiamenti in risposta a modificazioni della dieta, al trattamento antibiotico e ad altri eventi, il microbiota negli adulti è relativamente stabile e resistente a perturbazioni esterne, come ad esempio le terapie antibiotiche. Uno studio recente afferma che la stabilità può durare più a lungo del previsto e che durante l’invecchiamento influisce sul microbiota intestinale dopo circa i 65 anni di età. Negli anziani, la ridotta motilità intestinale, le variazioni nella dieta, e un basso grado di infiammazione possono influenzare l’equilibrio dell’ecosistema microbico intestinale.
L’eubiosi, ovvero un microbiota strutturalmente normale, fornisce protezione contro le infezioni, educa il sistema immunitario, assicura la tolleranza agli alimenti, contribuisce alla digestione dei nutrienti ed alla raccolta di energia. Tuttavia, i cambiamenti del microbiota derivanti dall’aumento di specie batteriche nocive o dalla riduzione di specie commensali, definita “disbiosi”, inducono alterazioni delle funzioni intestinali come l’infiammazione. È ormai chiaro che la disbiosi svolge un ruolo importante in diverse patologie intestinali e extraintestinali, come le malattie infiammatorie croniche intestinali, l’atopia e l’obesità. Inoltre, pattern alterati di microbiota intestinale sono stati osservati in patologie specifiche e possono essere considerati come “biomarcatori” utili per monitorare il decorso della malattia.
Il tratto gastrointestinale dell’uomo è popolato da una complessa comunità microbica definita “microbiota intestinale”, costituita da 1014 batteri, superiori in numero alle cellule umane di circa dieci volte (1). La maggior parte dei batteri intestinali appartiene a una serie limitata di phyla come i Firmicutes, i Bacteroidetes, gli Actinobacteria, i Proteobacteria e i Verrucomicrobia, e recenti stime indicano che circa 800-1.000 diverse specie batteriche popolano il tratto gastrointestinale, con un numero totale di geni che supera di 100 volte il genoma umano (2).
I progressi offerti dalle tecniche “colturaindipendenti” hanno permesso di ampliare la conoscenza della composizione del microbiota intestinale. L’obiettivo più importante fissato dai ricercatori è quello di comprendere la relazione funzionale tra i microrganismi e l’ospite, al fine di identificarne il ruolo nelle patologie. La ricerca nel campo del microbiota intestinale ha subito una crescita esponenziale negli ultimi venti anni, come dimostrato dal database citazionale “web of knowledge” inserendo le parole chiave "intestinal microbiota".
(www.webofknowledge.com)
Tecniche per studiare
N.1/2017 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale
È vietata la riproduzione totale o parziale senza il consenso scritto dell'editore - 13MM1314
Copyright © 2017
Colophon | Informazioni legali | Privacy