La sessualità, l’intimità e l’identità sessuale sono componenti basilari che accompagnano l’essere umano lungo tutto l’arco di vita, dall’infanzia all’anzianità.
Fino a poco tempo fa, la maggior parte degli studi sulla sessualità negli adulti anziani erano prevalentemente focalizzati sull’impatto fisiologico dell’invecchiamento e sulle componenti disfunzionali e patologiche che possono influenzare il ciclo di risposta sessuale negli uomini e nelle donne. Solo recentemente, la ricerca sul benessere sessuale si sta spostando da un paradigma puramente medico ad un approccio bio-psico-sociale ed interpersonale. Dunque, contrariamente a certe idee preconcette, la sessualità non scompare con l’età, ma segue piuttosto un principio di continuità, in base al quale la vita sessuale in età avanzata dipende da quella che si è vissuta nel corso dell’intera esistenza. L’Autore Klentze (2005) in un suo libro sostiene che l’aumento del benessere psicofisico deriva dall’attività sessuale, che egli identifica come uno dei fattori che ringiovaniscono dal punto
di vista emotivo, fisico e psichico. Il sesso è per Klentze l’elisir di lunga vita. Naturalmente, come per ogni età della vita, la pulsione sessuale dell’anziano è correlata allo stato di salute e alla validità fisica, aspetti interdipendenti con il benessere psicologico personale. Molti studi dimostrano che gli anziani, e soprattutto le donne, continuano ad essere attivi sessualmente e praticano una sessualità a 360 gradi, spaziando dai rapporti genitali (rapporti sessuali, sesso orale), non genitali (toccarsi, baciarsi, abbracciarsi) all’autoerotismo. I recenti dati del National Survey on Sexual Health and Behavior hanno mostrato che: il 53% degli uomini e il 42% delle donne tra i 60 e i 69 anni, e il 43% degli uomini e il 22% delle donne oltre i 70 anni hanno rapporti sessuali.
I fattori che influenzano l’espressione sessuale nelle donne appartenenti alla terza età, e quindi con un’età compresa tra i 60 e i 75 anni, sono molteplici. Da una prospettiva psicologica questi includono la conoscenza e gli atteggiamenti sulla sessualità, l’importanza dell’attività sessuale e le determinanti culturali. Sappiamo come il ciclo di risposta sessuale si modifica lungo l’arco di vita e le fasi fisiologiche e psicologiche del rapporto sessuale (desiderio, eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione/periodo refrattario) possono essere influenzati dall’invecchiamento, ma solitamente quando si parla della sessualità delle donne in questa fascia d’età, molte volte si pensa solo ai seguenti aspetti: fragilità e caduta dei peli pubici; la mucosa vaginale si secca e si atrofizza, riducendo la secrezione e favorendo le infezioni; la vulva, le piccole labbra e il clitoride diminuiscono di dimensioni, si verificano accorciamento e restringimento della vagina; le ovaie diminuiscono di dimensioni e il muco cervicale è denso, rado e cellulare; il seno diventa flaccido a causa dell’atrofia dei tessuti e della mancanza di secrezione ormonale.
La visione completamente pessimistica sulla vecchiaia che la nostra società offre e, soprattutto, la scarsa informazione sulle normali modificazioni psico-fisiche, non fa che alimentare l’ansia
nel soggetto di terza età, che vive quindi il suo corpo come privo di valore, si sente in colpa nel provare desideri sessuali, ed arriva a evitare la corporeità e, nello specifico, la sessualità. Questi pregiudizi determinano una vera e propria riduzione o sospensione dell’attività sessuale in questo periodo della vita, che la donna può affrontare secondo due modalità: mantenendo un silenzio discreto o elaborando un sentimento di avversione verso la sessualità, percepita come non consona alla figura dell’anziano.
Al contrario è doveroso sottolineare come da numerosi studi è emerso che il rapporto sessuale è un’ondata di ormoni della Felicità, anche con il passare degli anni. Infatti, migliora la circolazione sanguigna, accelera il metabolismo, allena il corpo. Il Sesso fa bene sia alla salute mentale che fisica. Pertanto, il sesso moderato e regolare nella vecchiaia è un vero elisir di giovinezza, in particolare per le donne anziane.
La loro pressione sanguigna si normalizza, il rischio di ipertensione diminuisce. Sembrerebbe che se l’avanzare dell’età porti ad un affievolimento dei desideri sessuali dovuto soprattutto alla diminuzione della produzione ormonale, la componente affettiva e di ricerca dell’altro rimane pressoché identica. Ciò porta la donna matura a rivivere una sessualità tipicamente adolescenziale fatta di coccole, di masturbazione più che di istintualità. C’è una preferenza legata alla ricerca di contatto, di vicinanza, di accudimento più che alla reale volontà di penetrazione. Ecco che il rapporto diventa “appagante” in termini qualitativi più che quantitativi. Questo perché l’esigenza nasce, come detto, dalla necessità di sentirsi amata ed accettata, dagli altri ma soprattutto dal suo partner, negli aspetti di sensualità e fascino femminile che anche con l’avanzare dell’età rimangono immutati.