Uno studio condotto nell'Università di Melbourne ha esaminato la prevalenza di BPCO tra i non fumatori, identificando i fattori di rischio associati. Su 1656 non fumatori, il 10,5% presentava BPCO. I fattori di rischio includevano: età avanzata, bassa istruzione, ricoveri respiratori infantili e storia familiare di malattie respiratorie.
Il fumo di tabacco è il principale fattore di rischio per la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), e spesso si trascurano altri fattori di rischio. Un gruppo internazionale di studiosi, guidato da ricercatori australiani dell’Università di Melbourne, ha esaminato la prevalenza della BPCO tra i non fumatori e ha così identificato i fattori di rischio associati alla malattia in questi pazienti.
Lo studio Australian Burden of Obstructive Lung Disease (BOLD), dal quale sono stati tratti i dati dell’analisi, ha riguardato pazienti di età superiore ai 40 anni, provenienti da sei centri di cura australiani. I partecipanti hanno completato un’intervista e si sono sottoposti ad un esame spirometrico post-broncodilatatore per diagnosticare la malattia.
La prevalenza della BPCO nei 1656 non fumatori che hanno completato lo studio è risultata pari al 10,5%. Nei soggetti non dediti al fumo, la probabilità di avere la BPCO aumentava con l’avanzare dell’età (la malattia risultava 4 volte più frequente tra i 60 e i 69 anni, rispetto alle fasce d’età più giovani e addirittura 8 volte più frequente negli ultra settantenni) e si riduceva con il crescere del grado di istruzione; altri fattori di rischio associati alla probabilità di BPCO erano i ricoveri in ospedale durante l’infanzia a causa di problemi respiratori prima dei 10 anni (OR 2,50) e una storia familiare di malattie respiratorie (OR 2,70).
Sorprendentemente il sovrappeso e l’obesità erano associati a una ridotta prevalenza di BPCO rispetto al peso normale. Anche una storia di asma e problemi respiratori nell’infanzia aumentavano la probabilità di BPCO.
Complessivamente la prevalenza osservata della BPCO tra i non fumatori è risultata maggiore del previsto.
Questi risultati sottolineano la complessa interazione di diversi fattori nello sviluppo della BPCO tra i non fumatori. Nonostante uno stato di salute generalmente migliore rispetto ai fumatori, i non fumatori rappresentano una proporzione significativa dei casi di BPCO di varia gravità tra gli individui più anziani.
Lo studio australiano evidenzia che gli effetti epigenetici sono probabilmente in gioco, in particolare nei casi di storia familiare di malattie respiratorie e problemi respiratori durante l’infanzia, aumentando il rischio di BPCO. È fondamentale esplorare ulteriormente questi aspetti. Dovrebbe essere implementato uno screening di routine misurando una funzione polmonare di base all’inizio dei vent’anni, seguita da misurazioni periodiche per monitorare i cambiamenti. Un tale approccio aiuterebbe nelle strategie di rilevazione precoce e prevenzione della malattia.
Ivey MA et al. COPD in Never-Smokers: BOLD Australia Study International Journal of Chronic Obstructive Pulmonary Disease 2024;19:161-174.