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La disbiosi: quando il sistema si squilibra La flora batterica è estremamente vulnerabile alle variazioni del microambiente intestinale. In condizioni normali tra batteri saprofiti (commensali) e ospite si instaura un rapporto simbiotico. Qualunque alterazione qualitativa e/o quantitativa della flora intestinale, del suo metabolismo o della sua distribuzione determina una condizione, nota appunto con il termine disbiosi, che comporta una serie di effetti potenzialmente dannosi per l’ospite, compresa l’insorgenza di alcune patologie gastroenteriche croniche (funzionali o organiche) (1,2).
Secondo i risultati di uno studio condotto dai ricercatori della Stanford University School of Medicine, e pubblicato su Nature, gli antibiotici favoriscono lo sviluppo gli agenti patogeni intestinali. Nelle prime 24 ore dopo la somministrazione di antibiotici, si verifica un picco nella disponibilità di carboidrati nell’intestino che, associato alla riduzione dei batteri della flora fisiologica causata dagli antibiotici, consente lo sviluppo di batteri patogeni. Attualmente si ritiene che i batteri commensali del microbiota intestinale tengono a bada i batteri patogeni e, in alcuni casi, secernono fattori in grado di uccidere gli stessi agenti patogeni. I prebiotici sono invece “componenti alimentari non digeribili in grado di determinare una stimolazione selettiva della crescita e dell’attività di uno o più specie batteriche nel microbiota intestinale dotati di proprietà benefiche per l’ospite”. I prebiotici più di frequente utilizzati sono fruttani: inulina, fruttoligosaccaridi (FOS) e galattoligosaccaridi (GOS). ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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