EMATOMA POST-TRAUMATICO
INTRODUZIONE
Traumi superficiali e contusioni
Per trauma si intende una lesione prodotta nell’organismo da agenti fisici o chimici in grado di determinarne un’alterazione dello stato anatomico e funzionale, potendo produrre fenomeni locali o modificazioni generali dell’organismo stesso. L’azione lesiva è determinata da una forza agente per pressione e/o strisciamento, per trazione, per torsione; spesso i meccanismi sono combinati tra loro con prevalenza ora dell’uno ora dell’altro, dando esito a lesioni complesse. Quando i traumi interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo vengono definiti superficiali.
Le persone a maggior rischio di traumi sono i bambini maggiormente dediti ad attività ludiche, le persone anziane che hanno una pelle più fragile e possono cadere più facilmente, alcune categorie di lavoratori, gli atleti che praticano sport da contatto, come il calcio, il rugby, le arti marziali, ecc. (1)
Fisiopatologia dell’ematoma
Quando una forza agisce sulla cute comprimendola, si possono provocare lesioni a carico delle pareti vasali (capillari o anche vasi di maggior calibro) la cui rottura provoca l’effusione del sangue. Se la cute rimane integra, il sangue fuoriuscito dalla lesione vasale si spande nei tessuti circostanti, dando esito ad un ematoma, ben visibile sotto gli strati cutanei (1).
Un ematoma può prodursi per compressione (trauma contusivo); per trazione (strappamento); per suzione; per aumento della pressione endoluminale, nel corso di sforzo fisico violento o di impedimento allo scarico venoso (per esempio, emorragie congiuntivali durante convulsioni asfittiche, accessi epilettici, accessi violenti di tosse, costrizioni del collo). La trasmissione della forza traumatica a strutture profonde può, in alcuni casi, determinare compromissioni a carico delle strutture viscerali anche in assenza di lesioni superficiali evidenziabili. Tali lesioni possono consistere tra l’altro in: ecchimosi ed ematomi muscolari, sottoaponevrotici, interstiziali, sottosierosi e intraparenchimali; versamenti ematici intracavitari (cavità cranica, pleurica, pericardica, addominale); rottura di organi parenchimatosi (fegato, milza, reni); fratture scheletriche e lussazioni articolari (1).
Eventuali indicazioni della diagnostica per imaging
Se l’ematoma interessa la cute o i tessuti muscolari può essere diagnosticato con un semplice esame fisico. Se le condizioni del paziente fanno sospettare una emorragia interna si può ricorrere a tecniche di imaging. Per valutare una frattura ossea si può, ad esempio, ricorrere ai raggi X, nel caso di trauma cranico alla TAC e per le donne in gravidanza all’ecografia.
Complicanze
Una complicazione comune dell’ematoma è l’infezione poiché, non essendoci apporto di sangue al tessuto interessato, quest’ultimo è a rischio di colonizzazione batterica. Inoltre, se l’ematoma acquista dimensioni rilevanti, può per compressione interrompere la circolazione del sangue nei tessuti circostanti e danneggiare strutture nervose e muscolari.
CASO CLINICO 2
Il paziente, S.T., è un uomo di 37 anni, sportivo e, fatta eccezione per il motivo che lo ha indotto a consultare il Medico, in apparente buona salute.
Presentazione
S.T. viene all’osservazione del Medico a causa di un ematoma sottocutaneo in regione laterale del terzo inferiore della gamba, esteso al piede destro, da trauma contusivo e distorsivo (Figura 1A), procuratosi il giorno precedente nel corso di una partita di calcetto. Il paziente lamenta dolore a riposo, accentuato dal movimento attivo e passivo e dal carico ponderale.
In base ai riscontri dell’esame obiettivo ed all’anamnesi viene posta dal sanitario diagnosi clinica di ematoma post-traumatico.
Terapia
Il Medico suggerisce un periodo di osservazione con sorveglianza attiva dell’evoluzione dei segni locali (per procedere, eventualmente, ad una radiografia del segmento traumatizzato). Nel frattempo prescrive Glicosaminoglicanopolisolfato per uso topico, con effetto antinfiammatorio, antiedematoso e antitrombotico e anticoagulante (Hirudoid 40.000 U.I. gel), 3 applicazioni/die x 4 giorni e l’applicazione locale di ghiaccio, per limitare e bloccare la fuoriuscita di sangue dal vaso lesionato.
Prescrive in caso di dolore, Paracetamolo, farmaco analgesico che non interferisce con il processo della coagulazione.
Figura1.
Ematoma traumatico prima (A) e dopo (B) trattamento.
Follow-up
Il paziente torna a controllo dopo due giorni di terapia mostrando un marcato riassorbimento dell’ematoma sottocutaneo (Figura 1B). Il riassorbimento diviene pressoché completo dopo ulteriori due giorni di applicazione topica di Glicosaminoglicanopolisolfato.
FIGURA 2.
Scomparsa dei segni di infiammazione acuta dopo 5 giorni di trattamento.
DISCUSSIONE
Indicazioni ed evidenze dell’impiego di Hirudoid nel trattamento degli ematomi
In un importante studio di Larsson et al. condotto su volontari sani, il Glicosaminoglicanopolisolfato per uso topico si è mostrato in grado di indurre un marcato riassorbimento degli ematomi sottocutanei, riducendo di circa la metà il tempo necessario per il riassorbimento del 50% degli ematomi (2).
In tale studio gli Autori concludono che, poiché il trattamento comunemente usato, come il ghiaccio e gli analgesici, si rivela nella maggior parte dei casi insoddisfacente, appare vantaggioso, dal punto di vista clinico, l’utilizzo di Hirudoid al fine di ridurre il tempo di riassorbimento degli ematomi (2).
N. 3/2018 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale
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INTRODUZIONE
Traumi superficiali e contusioni
Per trauma si intende una lesione prodotta nell’organismo da agenti fisici o chimici in grado di determinarne un’alterazione dello stato anatomico e funzionale, potendo produrre fenomeni locali o modificazioni generali dell’organismo stesso. L’azione lesiva è determinata da una forza agente per pressione e/o strisciamento, per trazione, per torsione; spesso i meccanismi sono combinati tra loro con prevalenza ora dell’uno ora dell’altro, dando esito a lesioni complesse. Quando i traumi interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo vengono definiti superficiali.
Le persone a maggior rischio di traumi sono i bambini maggiormente dediti ad attività ludiche, le persone anziane che hanno una pelle più fragile e possono cadere più facilmente, alcune categorie di lavoratori, gli atleti che praticano sport da contatto, come il calcio, il rugby, le arti marziali, ecc. (1)
Fisiopatologia dell’ematoma
Quando una forza agisce sulla cute comprimendola, si possono provocare lesioni a carico delle pareti vasali (capillari o anche vasi di maggior calibro) la cui rottura provoca l’effusione del sangue. Se la cute rimane integra, il sangue fuoriuscito dalla lesione vasale si spande nei tessuti circostanti, dando esito ad un ematoma, ben visibile sotto gli strati cutanei (1).
Un ematoma può prodursi per compressione (trauma contusivo); per trazione (strappamento); per suzione; per aumento della pressione endoluminale, nel corso di sforzo fisico violento o di impedimento allo scarico venoso (per esempio, emorragie congiuntivali durante convulsioni asfittiche, accessi epilettici, accessi violenti di tosse, costrizioni del collo). La trasmissione della forza traumatica a strutture profonde può, in alcuni casi, determinare compromissioni a carico delle strutture viscerali anche in assenza di lesioni superficiali evidenziabili. Tali lesioni possono consistere tra l’altro in: ecchimosi ed ematomi muscolari, sottoaponevrotici, interstiziali, sottosierosi e intraparenchimali; versamenti ematici intracavitari (cavità cranica, pleurica, pericardica, addominale); rottura di organi parenchimatosi (fegato, milza, reni); fratture scheletriche e lussazioni articolari (1).
Eventuali indicazioni della diagnostica per imaging
Se l’ematoma interessa la cute o i tessuti muscolari può essere diagnosticato con un semplice esame fisico. Se le condizioni del paziente fanno sospettare una emorragia interna si può ricorrere a tecniche di imaging. Per valutare una frattura ossea si può, ad esempio, ricorrere ai raggi X, nel caso di trauma cranico alla TAC e per le donne in gravidanza all’ecografia.
Complicanze
Una complicazione comune dell’ematoma è l’infezione poiché, non essendoci apporto di sangue al tessuto interessato, quest’ultimo è a rischio di colonizzazione batterica. Inoltre, se l’ematoma acquista dimensioni rilevanti, può per compressione interrompere la circolazione del sangue nei tessuti circostanti e danneggiare strutture nervose e muscolari.
CASO CLINICO 2
Il paziente, S.T., è un uomo di 37 anni, sportivo e, fatta eccezione per il motivo che lo ha indotto a consultare il Medico, in apparente buona salute.
Presentazione
S.T. viene all’osservazione del Medico a causa di un ematoma sottocutaneo in regione laterale del terzo inferiore della gamba, esteso al piede destro, da trauma contusivo e distorsivo (Figura 1A), procuratosi il giorno precedente nel corso di una partita di calcetto. Il paziente lamenta dolore a riposo, accentuato dal movimento attivo e passivo e dal carico ponderale.
In base ai riscontri dell’esame obiettivo ed all’anamnesi viene posta dal sanitario diagnosi clinica di ematoma post-traumatico.
Terapia
Il Medico suggerisce un periodo di osservazione con sorveglianza attiva dell’evoluzione dei segni locali (per procedere, eventualmente, ad una radiografia del segmento traumatizzato). Nel frattempo prescrive Glicosaminoglicanopolisolfato per uso topico, con effetto antinfiammatorio, antiedematoso e antitrombotico e anticoagulante (Hirudoid 40.000 U.I. gel), 3 applicazioni/die x 4 giorni e l’applicazione locale di ghiaccio, per limitare e bloccare la fuoriuscita di sangue dal vaso lesionato.
Prescrive in caso di dolore, Paracetamolo, farmaco analgesico che non interferisce con il processo della coagulazione.
Figura1.
Ematoma traumatico prima (A) e dopo (B) trattamento.
Follow-up
Il paziente torna a controllo dopo due giorni di terapia mostrando un marcato riassorbimento dell’ematoma sottocutaneo (Figura 1B). Il riassorbimento diviene pressoché completo dopo ulteriori due giorni di applicazione topica di Glicosaminoglicanopolisolfato.
FIGURA 2.
Scomparsa dei segni di infiammazione acuta dopo 5 giorni di trattamento.
DISCUSSIONE
Indicazioni ed evidenze dell’impiego di Hirudoid nel trattamento degli ematomi
In un importante studio di Larsson et al. condotto su volontari sani, il Glicosaminoglicanopolisolfato per uso topico si è mostrato in grado di indurre un marcato riassorbimento degli ematomi sottocutanei, riducendo di circa la metà il tempo necessario per il riassorbimento del 50% degli ematomi (2).
In tale studio gli Autori concludono che, poiché il trattamento comunemente usato, come il ghiaccio e gli analgesici, si rivela nella maggior parte dei casi insoddisfacente, appare vantaggioso, dal punto di vista clinico, l’utilizzo di Hirudoid al fine di ridurre il tempo di riassorbimento degli ematomi (2).