Newsletter Febbraio 2019
In questo primo numero sono stati selezionati:
Verso una definizione biologica di Malattia di Alzheimer
Nonostante i continui sforzi della ricerca, la diagnosi della MA richiede tempo, specialmente ai suoi esordi e in caso di presentazioni atipiche, e inoltre ad oggi non è ancora disponibile un trattamento farmacologico.
Attualmente la diagnosi si basa sulla sintomatologia clinica, sui sintomi prettamente cognitivi come la perdita della memoria, la perdita dell’orientamento spazio-temporale, che non sono specifici della Malattia di Alzheimer ma sono in comune con altre patologie, e non solo nell’ambito cognitivo. I test neuropsicologici e biologici contribuiscono molto alla diagnosi ma in futuro, e non solo nella ricerca clinica, i biomarcatori avranno un ruolo chiave nel fare diagnosi tempestiva di MA in vivo.
Recentemente "National Institute on Aging" e "Alzheimer's Association" (NIA-AA) hanno pubblicato una nuova definizione di MA sulla base del carico di beta amiloide nel cervello (A=amiloide) e sulla presenza dei neurofibrillar tangles della proteina Tau (T=tau).
Se nel passato la presenza di beta amiloide nel cervello veniva confermata solo post-mortem oggi i biomarcatori, come l’esame del liquido cefalorachidiano (LCR) e la PET con i traccianti per la beta amiloide, possono darne conferma in vivo, anni prima dell’insorgenza della sintomatologia cognitiva.
Come possono i biomarcatori contribuire alla diagnosi di Malattia di Alzheimer?
Jack e altri autori in una recente pubblicazione propongono un aggiornamento delle Linee Guida NIA-AA del 20113 allo scopo di delineare delle raccomandazioni diagnostiche per la Malattia di Alzheimer nell'ambito della ricerca clinica, e non nella pratica clinica, tenendo in considerazione la presenza o assenza delle proteine beta amiloide (A) e tau (T) misurate con i biomarcatori (LCR e Imaging PET dell'amiloide e della tau) e la stadiazione della neurodegenerazione (N) misurata con FDG PET (PET con Fluoro-Desossiglucosio) o RM (Risonanza Magnetica) in vivo.
Se nelle raccomandazioni del 2011 la diagnosi di MA si basava sulla sintomatologia clinica della patologia, oggi l'attenzione si concentra sull'uso dei biomarcatori a supporto di una diagnosi di MA in vivo, si è passati quindi da un costrutto sindromico ad uno biologico.
I biomarcatori sono in grado di misurare il carico di amiloide (A), la proteina Tau patologica (T) e la neurodegenerazione (N). Tutti e tre i biomarcatori (Imaging PET dell'amiloide e della tau o fluidi biologici) sono alla base della classificazione ATN proposta in questo articolo.
Il sistema ATN è volutamente flessibile per poter aggiungere nuovi biomarcatori non appena disponibili. L'obiettivo principale degli autori è di dare origine ad un linguaggio comune nel contesto della ricerca clinica, e al fine di stadiare la gravità del disturbo cognitivo usano tre categorie sindromiche tradizionali e sei stadi di progressione della patologia (vedi tabella).
È importante sottolineare che l'applicazione di questo sistema AT(N) non necessariamente deve essere utilizzato in tutte le ricerche scientifiche nel campo dei disturbi cognitivi, ma potrebbe essere applicato quando questo si adatta agli obiettivi specifici di ricerca di un determinato studio.
Nella tabella sottostante è riportata la classificazione AT(N). La presenza dei biomarcatori A e/o T determina la patologia della MA come un continuum, mentre i biomarcatori "N" non sono specifici della MA ma sono usati per stadiare la sua gravità1.
AT(N) Profili | Categoria biomarcatori | |
A-T-(N)- | biomarcatori AD normali | |
A+T-(N)- | cambiamento patologico tipo Alzheimer | continuum della Malattia di Alzheimer |
A+T+(N)- | Malattia di Alzheimer | |
A+T+(N)+ | Malattia di Alzheimer | |
A+T-(N)+ | Malattia di Alzheimer e sospetto concomitante di patologia non di tipo Alzheimer | |
A-T+(N)- | cambio della patologia non di tipo AD | |
A-T-(N)+ | cambio della patologia non di tipo AD | |
A-T+(N)+ | cambio della patologia non di tipo AD |
Ci preme sottolineare che queste non sono Linee Guida per la diagnosi della MA nella pratica clinica, ma l'obiettivo primario di questo aggiornamento è quello di descrivere un campo di ricerca generale flessibile che possa essere adattato da altri gruppi di ricerca, e possa includere nuovi biomarcatori non appena saranno disponibili.
L'uso e l'utilità clinica dell'Imaging PET dell'amiloide - Barthel e Sabri
In questo editoriale pubblicato su The Journal of Nuclear Medicine nel novembre scorso, Barthel e Sabri presentano una panoramica dell'uso e della utilità clinica dell'Imaging PET dell'amiloide basata su una review di 13 studi pubblicati, come da tabella sottostante:
Tavola supplementare n. 3: studi sull’utilità clinica dell’Imaging PET dell'amiloide
Pubblicazione | Numero di casi | Diagnosi prima di AMY PET | Tracciante dell'amiloide | PET positiva (% dei casi) | Commenti |
Frederiksen et al. 2012 | 57 | Disturbo cognitivo con incertezza diagnostica | 11C-PIB | 47 | --- |
Schipke et al. 2012 | 201 | Probabile MA vs HC | 18F-Florbetaben | 56 | Survey retrospettiva sul “cambiamento di diagnosi previsto” su uno studio di fase II dello sviluppo del tracciante |
Degerman Gunnarsson et al. 2013 | 18 | Probabile MA vs FTD | 11C-PIB | 39 | AMY PET + FDG + test neuropsicologici ripetuti |
Ossenkoppele et al. 2013 | 154 | Disturbo cognitivo con incertezza diagnostica | 11C-PIB | 48 | AMY PET + FDG |
Grundman et al. 2013 | 229 | Disturbo cognitivo (confidenza diagnostica di MA = 15%-85%) | 18F-Florbetapir | 49 | --- |
Mitsis et al. 2014 | 30 | Disturbo cognitivo con incertezza diagnostica | 18F-Florbetapir | 50 | --- |
Sanchez-Juan et al. 2014 | 140 | Disturbo cognitivo (19% con incertezza diagnostica) | 11C-PIB | 49 | AMY PET + FDG |
Zannas et al. 2014 | 11 | Disturbo cognitivo (confidenza diagnostica di MA = 15%-85%) | 18F-Florbetapir | 55 | Subset di una coorte studio (39) |
Boccardi et al. 2016 | 228 | Disturbo cognitivo (confidenza diagnostica di MA = 15%-85%) | 18F-Florbetapir | 60 | --- |
Bensaïdane et al. 2016 | 28 | Demenza atipica | 18F-NAV4694 | 50 | --- |
Weston et al. 2016 | 20 | Differenti sindromi di demenza | 18F-Florbetapir | 90 | --- |
Schönecker et al. 2016 | 33 | Disturbo cognitivo | 18F-Florbetaben | 52 | --- |
Zwan et al. 2017 | 211 | Disturbo cognitivo (confidenza diagnostica <90%) | 18F-Flutemetamol | 63 | Demenza all’esordio o lieve |
MA: Malattia di Alzheimer; FTD: demenza frontotemporale; AMY PET: Imaging PET dell’amiloide; HC: controllo sano (negli studi clinici). |
I tre traccianti per la beta amiloide oggi disponibili sul mercato sono stati approvati per rilevare le placche di beta amiloide, una caratteristica della MA, nel cervello di soggetti valutati per un disturbo cognitivo in sospetta MA. Il loro utilizzo clinico è stato rivisto analizzando:
In accordo con gli autori l’analisi sulla utilità clinica dell'Imaging PET dell'amiloide è stata completata considerando:
ed ha portato ai seguenti risultati:
Secondo gli autori indipendentemente dai risultati incoraggianti sull'utilità clinica dell'Imaging PET dell'amiloide altri sforzi sono necessari nella ricerca scientifica specialmente nei soggetti con disturbo cognitivo lieve (MCI) così come studi di confronto con o in combinazione con altri biomarcatori per la MA.
Attualmente uno studio sull'utilità clinica dell'Imaging dell'amiloide, IDEAS (Imaging Dementia-Evidence for Amyloid Scanning), è stato completato negli Stati Uniti e i risultati saranno disponibili a breve, mentre un altro studio è appena iniziato in Europa, AMYPAD (Amyloid Imaging to prevent Alzheimer’s Disease). Questi tenteranno di rispondere alle domande ancora aperte sull'utilità clinica dell'Imaging PET dell'amiloide.
BIBLIOGRAFIA
1) https://www.alzheimersanddementia.com/article/S1552-5260(18)30072-4/fulltext
2) http://jnm.snmjournals.org/content/58/11/1711.long
3) https://www.alzheimersanddementia.com/article/S1552-5260(11)00101-4/fulltext
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