La sindrome dell’ovaio policistico, un disturbo ormonale frequente con conseguenze a lungo termine

La sindrome dell’ovaio policistico (Polycystic Ovary Syndrome, PCOS) è una delle più comuni patologie endocrine del sesso femminile, che interessa il 5-10% delle donne in età riproduttiva. (1)

L’eziologia della PCOS non è ancora completamente chiarita, sebbene ci siano evidenze concrete di una componente genetica. (3)

Il momento centrale della patogenesi della PCOS è identificato nell’iperinsulinemia secondaria all’insulino-resistenza e nell'associata iperincrezione di androgeni, data la conservata sensibilità dell’ovaio all’azione dell’insulina, e riduzione della produzione epatica di sex hormone-binding globulin(SHBG), con conseguente aumento del testosterone libero (Figura 1). (1,2)

Figura 1. Correlazioni endocrino-metaboliche nella PCOS. (2)

 

L’esordio dei sintomi (acne, irregolarità mestruali come amenorrea e oligomenorrea, irsutismo, seborrea, obesità) avviene nell’adolescenza.

La diagnosi di PCOS, una volta che siano state escluse tutte le altre possibili cause di sintomi simili (ad es. ipotiroidismo, tumori virilizzanti ovarici o surrenalici, acromegalia, sindrome di Cushing, iperprolattinemia, amenorrea delle sportive), richiede la presenza di almeno due dei seguenti tre criteri:
1. ovaio policistico (dimostrazione ecografica di almeno 12 follicoli di diametro 2-8 mm o volume ovarico > 10 cm3)
2. oligoovulazione o anovulazione
3. segni clinici e/o biochimici di iperandrogenismo. (3)

Oltre all’impatto psicologico nell’adolescente di acne e irsutismo, in età adulta la PCOS è una causa di sterilità e di numerose conseguenze a lungo termine. In particolare, la PCOS è classificata come un fattore di rischio indipendente di diabete di tipo II e nelle donne affette da tale sindrome sono stati riportati una più precoce comparsa di iperglicemia e una sua rapida progressione in diabete di tipo II. Per quanto riguarda le conseguenze cardiovascolari, nelle donne con PCOS sono stati osservati nuovi fattori di rischio cardiovascolare e uno sviluppo precoce di disfunzione cardiovascolare (disfunzione endoteliale, ipertensione arteriosa, placche e calcificazioni coronariche), che sono stati correlati a insulino-resistenza e obesità.

Vari studi indicano inoltre che la PCOS aumenta il rischio di cancro dell’endometrio (aumento di 2.89 volte), come conseguenza dell’oligo-amenorrea e dell’iperplasia dell’endometrio. (3)

Le linee guida internazionali più recenti raccomandano pertanto di informare le donne con PCOS dei possibili rischi a lungo termine della sindrome e degli effetti positivi delle modificazioni dello stile di vita, come alimentazione e attività fisica, sui sintomi, in particolare in caso di obesità. Standard di controllo nella pratica clinica raccomandati dalle linee guida sono:
• Diagnosi basata sui criteri di Rotterdam.
• Screening per il diabete di tipo II con test di tolleranza nelle donne in sovrappeso e nelle donne magre con altri fattori di rischio.
• Valutazione al basale dei fattori di rischio cardiovascolare individuali (obesità, inattività fisica, fumo, anamnesi familiare positiva per diabete tipo II, dislipidemia, ipertensione, alterata tolleranza al glucosio, diabete tipo II) (Figura 2).
• Misurazione del BMI e della circonferenza della vita ad ogni visita.
• Misurazione della pressione arteriosa ad ogni visita.
• Raccomandazioni su alimentazione e stile di vita.
• Valutazione e trattamento di problemi psicologici. (3)

Figura 2. Il 25-50% delle pazienti affette da PCOS è sovrappeso/obesa.

 

 

Bibliografia

1.Tresoldi G. La sindrome dell’ovaio policistico. Rivista della Società Italiana di Medicina Generale N.6-2009

2.Lapolla A, Dalfrà MG. Obesità femminile e funzione riproduttiva. G It Diabetol Metab 2007;27:16-22

3.Royal College of Obstetricians & Gynecologists. Green-top Guideline No. 33 November 2014

 

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N. 8/2015 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale
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