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Occhio rosso: indicatore di malattie locali e sistemiche


L’occhio rosso, di frequente riscontro sia nei centri specialistici, sia nella pratica clinica giornaliera, costituisce un segno clinico dovuto, nella maggior parte dei casi, a cause banali e a condizioni eventualmente transitorie che coinvolgono la superficie oculare. Ciononostante, è sbagliato considerarlo sinonimo di congiuntivite in quanto, pur essendo molto spesso indice di un’infiammazione esterna, può rappresentare anche la manifestazione di un processo patologico a carico dell’occhio interno o essere correlato a una malattia sistemica che ha come target la superficie oculare.

I pazienti con un arrossamento oculare molto spesso presentano anche sintomi associati, per cui il quadro clinico richiede un accurato inquadramento diagnostico, ed un conseguente corretto approccio terapeutico, il che non è sempre agevole, considerato che le cause possono essere svariate (Tabella 1).


Frequentemente, il Medico di Medicina Generale ed il Pediatra rappresentano le prime figure di riferimento per i pazienti con occhio rosso. In questi casi, i tre principali segni di allarme che devono indurre a richiedere prontamente la consulenza oculistica sono: la presenza di dolore; l’assenza della normale trasparenza della cornea e del riflesso speculare; qualunque riduzione dell’acuità visiva riferita dal paziente.


Le forme di occhio rosso che hanno un’insorgenza acuta possono essere dovute a diverse cause, tra cui si annoverano: le infezioni acute (ad es, congiuntiviti virali e batteriche); le cheratiti da penetrazione di corpo estraneo nel bulbo oculare, da traumi e da raggi ultravioletti; l’attacco di glaucoma acuto; l’emorragia sottocongiuntivale (che allarma particolarmente il paziente, al punto da rappresentare una delle cause che lo spingono a recarsi con sollecitudine al Pronto Soccorso).

Altre forme ad insorgenza improvvisa sono quelle legate all’uso di farmaci che, a volte, possono scatenare una reazione non limitata soltanto all’occhio, ma in grado di estendersi all’intero organismo.

In alcuni casi l’occhio rosso è dovuto a lesioni congenite, come ad esempio un angioma a livello della congiuntiva, anch’esso motivo di viva preoccupazione per il paziente, indotto a ritenere che possa trattarsi di un tumore aggressivo; in realtà queste neoformazioni vascolari sono stabili, non hanno alcuna importanza funzionale, né tendono ad ingrandirsi nel tempo.

Le forme recidivanti e quelle croniche di occhio rosso includono condizioni che non interessano solo la superficie oculare, ma anche patologie a carico di tessuti sottostanti alla congiuntiva, quali l’episclera e, ancora più in profondità, la sclera.


In caso di sclerite, insieme all’occhio rosso sono presenti l’alterazione della funzione visiva ed il dolore; a ciò va aggiunto che le scleriti rappresentano patologie decisamente importanti, in quanto sono quasi sempre associate a malattie sistemiche (quali, ad esempio, la granulomatosi di Wegener e l’artrite reumatoide) di cui spesso sono gli oculisti a osservare le prime manifestazioni.


Nella sclerite nodulare è necessario osservare con attenzione non soltanto la congiuntiva bulbare inferiore e laterale, ma anche quella superiore e, soprattutto, condurre l’anamnesi in maniera accurata. Spesso le scleriti causano una sintomatologia acuta, caratterizzata da dolore intenso e refrattario agli analgesici, che insorge durante la notte.

Pertanto, nelle forme croniche o recidivanti di occhio rosso dovute a sclerite si devono valutare gli aspetti sistemici di questa patologia, basandosi sui criteri anamnestici, ma anche utilizzando le indagini di laboratorio di base, per poi affidare il paziente allo specialista reumatologo. Inoltre, nelle forme croniche di occhio rosso, in modo particolare quelle in cui si osservano proliferazione e tessuto congiuntivale abbondante, si deve sempre prendere in considerazione la presenza di un linfoma a livello oculare. Un’altra forma di occhio rosso è quella dovuta alla floppy eyelid syndrome (sindrome della palpebra flaccida), una condizione caratterizzata da lassità della palpebra superiore che comporta una facile distorsione ed eversione palpebrale anche in seguito ad una minima trazione. Questa sindrome risulta spesso associata a congiuntivite e lesioni corneali che originano da un circolo vizioso: l’occhio rosso è quello corrispondente al lato su cui il paziente tende preferenzialmente a dormire; durante il sonno, la palpebra superiore si rovescia per cui la superficie oculare viene esposta ad irritazione da sfregamento contro il cuscino. Ne consegue un quadro clinico le cui manifestazioni possono variare dall’arrossamento oculare fino all’ulcera corneale. Nei pazienti con tale sindrome, il riscontro di un miglioramento in seguito all’occlusione dell’occhio durante la notte, anche per pochi giorni, è indicativo del fatto che è stato diagnosticato correttamente un disordine palpebrale che, molto spesso, non è necessario trattare con un intervento chirurgico.

In conclusione, l’elenco delle cause di occhio rosso proposto in questa sede, ancorché non esaustivo è, comunque, utile a sottolineare che il corretto inquadramento diagnostico di questo segno clinico di competenza oculistica, oltre che di un’anamnesi dettagliata e di un accurato esame obiettivo, deve avvalersi anche delle indagini di laboratorio, nonché della consulenza di un altro specialista (ad esempio, Reumatologo, Endocrinologo o Allergologo), se correlato a una malattia sistemica, per garantire al paziente le migliori cure.

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