Sommario
- Iperuricemia /
__gotta
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Iperuricemia cronica con deposito di urato (la gotta)
L’acido urico, il prodotto finale del metabolismo delle purine, si forma nell’organismo umano a partire da purine endogene (sintesi de novo) o esogene (derivanti dalla dieta). I processi catabolici che portano alla formazione dell’acido urico a partire dagli acidi nucleici e dalla purine libere dei nucleotidi prevedono un processo di degradazione che passa attraverso la formazione di ipoxantina e xantina. L’attività dell’enzima xantina ossidasi consente che la xantina venga ossidata ad acido urico. Negli esseri umani, a differenza di altri mammiferi, non viene prodotta l’uricasi, ossia l’enzima che degrada l’acido urico ad allantoina; di conseguenza, nell’uomo la degradazione dell’acido urico può essere effettuata solo dall’uricasi presente nei batteri intestinali , responsabile di una quota minoritaria dell’eliminazione dell’acido urico (circa 1/3), mentre la maggior parte dell’acido urico (circa 2/3) viene eliminato per via renale in forma immodificata. Di conseguenza, se la produzione di acido urico è eccessiva e/o la sua eliminazione renale è insufficiente, la specie umana può sviluppare iperuricemia, ossia una condizione caratterizzata da presenza di concentrazioni sieriche di acido urico eccedenti i livelli di saturazione nel plasma a valori fisiologici di temperatura (37° C) e pH (7,4)... Leggi altro
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La gestione dell’asma in età pediatrica
L’asma è la patologia respiratoria cronica più frequente in età pediatrica con una prevalenza in Italia compresa tra il 9 e il 12%.
La caratteristica principale dell’asma è l’infiammazione cronica delle vie aeree che, nei casi più gravi, può esitare nel rimodellamento bronchiale con modifiche strutturali irreversibili e conseguente compromissione permanente della funzionalità respiratoria.
Una peculiarità dell’asma nel bambino è quella delle riacutizzazioni respiratorie con episodi accessuali di broncostruzione più o meno gravi in risposta a differenti stimoli, prevalentemente infettivi o da esposizione allergenica. Le riacutizzazioni respiratorie sono una diretta conseguenza del cattivo controllo dell’asma. Guilbert e coll., sono stati i primi a dimostrare, in bambini di età prescolare ad alto rischio di asma, che la terapia steroidea continuativa di 24 mesi per via inalatoria non è in grado di modificare, nel successivo periodo di osservazione di 12 mesi senza terapia, lo sviluppo dei sintomi di asma o la funzione polmonare, confermando che i cortisonici inalatori sono efficaci nel mantenere il controllo dei sintomi soltanto durante la fase del lungo periodo di trattamento (1) ... Leggi altro |
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