Gli eccipienti: caratteristiche generali

Con il termine di “eccipienti” si indicano tutte le sostanze utilizzate per favorire la stabilità, la conservazione, la somministrazione e l'assorbimento delle preparazioni farmaceutiche.
In linea teorica, un eccipiente dovrebbe essere sempre in possesso di inerzia nei confronti dei principi attivi e dei materiali di confezionamento ed essere assolutamente innocuo per l’organismo (anche se in realtà quest’ultima condizione non sempre risulta soddisfatta).
In passato si utilizzavano prevalentemente eccipienti di origine animale, che successivamente sono caduti relativamente in disuso, sia perché gli eccipienti di origine animale sono spesso soggetti ad alterazioni, sia perché il passaggio dalla produzione galenica a quella industriale ha reso indispensabile una uniformità dei prodotti utilizzati , non sempre ottenibile nel campo naturale. Molti farmaci moderni richiedono spesso formulazioni complesse in conseguenza di una loro particolare attività o instabilità e necessitano di tecnologie quali la liofilizzazione e la microincapsulazione, per le quali occorrono particolari eccipienti. Tra gli eccipienti maggiormente utilizzati nelle attuali preparazioni farmaceutiche sono compresi lattosio, glucosio, saccarosio, mannite, caolino, talco, bentonite e biossido di titanio.
La composizione di eccipienti di una determinata formulazione farmaceutica, pur essendo teoricamente inerte nei confronti del principio attivo in essa presente, spesso può condizionare considerevolmente alcune caratteristiche biofisiche (ad es. la solubilità) e farmacocinetiche (ad es. il profilo di assorbimento e la biodisponibilità). Inoltre, alcuni eccipienti possono provocare allergia.
Pertanto, il tipo e la qualità degli eccipienti presenti nella formulazione rappresenta un aspetto di non trascurabile importanza, in quanto può influire sull’efficacia e sulla tollerabilità del farmaco che viene prescritto.
 
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