LA FARINGOTONSILLITE ACUTA, UN FREQUENTE QUADRO CLINICO DI INFEZIONE RESPIRATORIA IN ETÀ PEDIATRICA
La faringotonsillite acuta, definita come un processo infiammatorio a carico del faringe che si estende alle tonsille, è uno dei più comuni quadri clinici che caratterizzano le infezioni respiratorie ricorrenti in età pediatrica, soprattutto in coincidenza con i periodi di frequentazione scolastica da parte dei bambini (1).
Nei primi anni di vita, gli agenti eziologici della faringotonsillite sono rappresentati principalmente da virus (in particolare adenovirus, virus di Epstein Barr, virus influenzali e parainfluenzali). Nei bambini di età superiore ai 3 anni le infezioni di natura batterica vengono incontrate più frequentemente, pur restando comunque meno comuni rispetto alle infezioni virali. In particolare, in circa l’80% dei casi di faringotonsillite batterica nei bambini con >3 anni è coinvolto lo streptococcobeta emolitico di gruppo A (SBEA) (2), mentremeno frequentemente in causa sono Mycoplasma pneumoniae, Chlamydia pneumoniae, streptococco di gruppo C e batteri anaerobi (3).
La faringotonsillite streptococcica ha una frequenza più elevata tra i 5 e i 15 anni e mostra un picco di incidenza in inverno e primavera (2,3).
Nella forma ad eziologia batterica, la sintomatologia della faringotonsillite acuta presenta un esordio improvviso, con faringodinia e disfagia che mostrano un rapido peggioramento nel giro di ore, malessere, brividi, febbre e cefalea. Nei bambini più piccoli, invece, la sintomatologia può essere prevalentemente gastrointestinale, con vomito e diarrea.
All’esame obiettivo (Figura 1) possono osservarsi iperemia faringea, aumento di volume delle tonsille, la cui superficie è ricoperta da un essudato biancastro, edema dell’uvula, linfoadenopatia cervicale anteriore; nelle forme batteriche sono talora presenti petecchie a livello del palato molle e del faringe posteriore ed occasionalmente rash cutaneo, in particolare a livello delle pliche cutanee (2,3). Un aspetto da tenere sempre presente nel bambino con faringotonsillite streptococcica è la possibilità di alcune gravi complicanze,sebbene oggi poco comuni, quali glomerulonefrite acuta post-streptococcica e malattia reumatica (3,4).
Figura 1. L’esame obiettivo del bambino con faringite può fornire utili elementi diagnostici, anche se in molti casi non è sufficiente, da solo, per distinguere una forma virale da una batterica. |
---|
![]() ![]() |
L'esordio di una faringite virale può essere più graduale, con sintomi in genere rappresentati da rinorrea, tosse, raucedine e diarrea (2).
In realtà, la sintomatologia della faringotonsillite non sempre presenta differenze significative in relazione ai diversi agenti patogeni, il che rende difficile basare sul solo quadro clinico una diagnosi eziologica (3,4).
Vari sistemi di punteggio, basati sulla valutazione combinata di segni e sintomi, sono stati proposti per prevedere la probabilità di un’infezione streptococcica in un bambino con faringodinia; tra essi, uno dei più utilizzati è quello di McIsaac (Tabella 1), che consente di quantificare la probabilità pre-test e di valutare la necessità di eseguire un esame di laboratorio per formulare la diagnosi (3).
Il “gold standard” per la diagnosi di faringite streptococcica è la coltura di tampone faringeo, che tuttavia richiede 18-24 ore di incubazione a 37 °C, per cui spesso la terapia antibiotica viene iniziata prima dell’identificazione dell’agente eziologico. A tale problema può ovviare il cosiddetto “test rapido”, che consente di identificare in pochi minuti gli antigeni dello streptococco direttamente sul tampone faringeo.
La terapia antibiotica va riservata ai bambini in cui il sospetto di infezione da SBEA sia supportato da un punteggio indicativo (McIsaac >2), da un test rapido positivo ed eventualmente, da un esame colturale di conferma positivo (2).
Tabella 1. Punteggio di McIsaac |
---|
CRITERIO | PUNTEGGIO |
---|---|
Febbre ≥38° | 1 |
Adenopatia laterocervicale dolente | 1 |
Tumefazione o essudato tonsillare | 1 |
Assenza di tosse | 1 |
Età 3-14 anni | 1 |
Totale | 1 |
Il punteggio finale è compreso tra 0 e 5. 0=rischio 1-2.5%; 1= rischio 5-10%; 2= rischio 11-17%; 3= rischio 28-35%; ≥4=rischio 51-53%. |
Bibliografia |
---|
|