Il fumo passivo, un rilevante fattore di rischio di Infezioni Respiratorie Ricorrenti in età pediatrica
Le Infezioni Respiratorie Ricorrenti (IRR) in età pediatrica rappresentano un importante problema clinico. Le IRR, infatti, risultano la più comune causa di richiesta di visita pediatrica (1), in particolare quelle che interessano le alte vie respiratorie, mentre le infezioni delle basse vie respiratorie sono meno comuni (2).
Per soddisfare la definizione di IRR, il numero di episodi di infezione /anno deve essere pari ad almeno 8 nei bambini di età ≤3 anni e ad almeno 6 in quelli di età >3 anni (3). Nei Paesi industrializzati, sono stati identificati numerosi fattori di rischio di IRR pediatriche, tra i quali una precoce frequenza della scuola materna/nido, un numero elevato di conviventi, in particolare bambini, la riduzione dell’allattamento materno, il mancato rispetto del calendario vaccinale, stati di allergia/atopia, la stagionalità, l’inquinamento ambientale e l’esposizione al fumo passivo (4).
Quest’ultimo è, tra tali fattori di rischio, quello che negli ultimi anni ha attirato attenzione crescente, alla luce dei significativi progressi nel campo delle conoscenze scientifiche sui danni associati al fumo passivo. Va ricordato che l’esposizione al “fumo ambientale” o “fumo passivo” è definita come l’inalazione involontaria o passiva di aria contaminata dal fumo di tabacco (sia esso il fumo proveniente dalla sigaretta accesa o dalle esalazioni di chi fuma) (5) (Figura 1).
Figura 1. L’esposizione al “fumo ambientale “o “fumo passivo” è definita come l’inalazione involontaria o passiva di aria contaminata dal fumo di tabacco |
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Il fumo influenza negativamente la salute, in particolare dei bambini più piccoli che sono fumatori passivi nell’ambiente domestico. L’intensità dell’esposizione dipende dal numero di fumatori, dal numero di sigarette fumate al giorno, nonché da dimensioni e ventilazione degli ambienti (1).
I principali costituenti del fumo di tabacco che colpiscono l’apparato respiratorio includono gas (monossido di carbonio, ossido d’azoto, formaldeide, acido cianidrico, biossido di zolfo e nitrosamine, nicotina) e particolati, come metalli pesanti (piombo, cadmio, nichel) e benzopirene. I loro effetti sono mediati da azione irritante diretta, meccanismi immunologici e mutagenesi.
In letteratura è riportato che i bambini esposti al fumo passivo presentano una maggiore frequenza di IRR (1). In particolare, in tali soggetti si registra un rischio di più elevato di infezioni delle basse vie respiratorie nel primo anno di vita e di infezioni delle alte e basse vie respiratorie nelle età successive (3). Il fumo passivo nei bambini piccoli, infatti, esercita un impatto negativo sul loro sistema immunitario ancora immaturo e può compromettere la risposta T cellulare di tipo Th1 e l’attività dei linfociti NK. Un possibile ulteriore meccanismo favorente le IRR è rappresentato dalla riduzione del livello della produzione di interferon-gamma (IFN-γ) da parte dei CD8+ (1). Alcuni studi indicano inoltre nel fumo passivo un fattore in grado di modificare la flora batterica delle alte vie respiratorie e di favorire la colonizzazione delle mucose da parte di potenziali patogeni come H. influenzae, agente eziologico di varie infezioni respiratorie tra cui otite media, sinusite, polmonite (5). La tabella 1 riassume i dati relativi all’impatto del fumo passivo sulla salute respiratoria dei bambini in Italia (3).
Tabella 1. Impatto del fumo passivo sulla salute respiratoria del bambino in Italia (3). |
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PATOLOGIA | NUMERO DI CASI STIMATI |
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Infezioni vie aeree <2 anni | 77.000 |
Asma | 27.000 |
Sintomi respiratori cronici | 48.000 |
Otite media sierosa | 64.000 |
Bibliografia |
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