La rilevanza sanitaria e socio-economica delle Infezioni Respiratorie Ricorrenti (IRR) del bambino, le patologie di più comune riscontro nella pratica pediatrica, è legata non solo alle manifestazioni dirette, quali ad es. otite, rinofaringite o le meno frequenti bronchiti asmatiformi e polmoniti, ma anche agli effetti a lungo termine che aumentano il rischio di wheezing ricorrente e asma (1).
Il ruolo delle infezioni respiratorie nello sviluppo e nella storia naturale dell’asma è da anni oggetto dell’attenzione di clinici e ricercatori. In particolare, è stato ipotizzato un significativo ruolo nella patogenesi dell’asma e/o delle riacutizzazioni asmatiche per virus respiratori e batteri atipici (Mycoplasma pneumoniae e/o Chlamydia pneumoniae) (2).
L’associazione epidemiologica dei virus con l’asma è confermata da varie osservazioni. Innanzitutto, una storia di wheezing associato a infezioni respiratorie virali nelle prime fasi della vita rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di asma in età successive (3).
A tale proposito va ricordato che l’asma è una malattia infiammatoria delle vie respiratorie caratterizzata da un ambiente infiammatorio orientato in senso Th2 sia nel soggetto atopico che nel non atopico. Mentre la risposta antivirale e antibatterica è orientata in senso Th1, esistono evidenze che dimostrano che nei pazienti asmatici, in seguito ad infezione virale, è possibile lo sviluppo di un’inappropriata ed aumentata risposta Th2 invece che della normale risposta Th1. I virus respiratori possono aumentare lo stato infiammatorio delle basse vie respiratorie sia direttamente sia mediante una risposta immunitaria sistemica iniziata dall’infezione delle alte vie respiratorie. Fattori dipendenti dall’ospite, quali sensibilizzazione allergica e risposte interferone-mediate indotte dal virus, modificano il rischio di wheezing (2).
Per quanto riguarda il ruolo di altri agenti eziologici, le attuali evidenze scientifiche sottolineano una certa relazione tra infezione da Mycoplasma pneumoniae e Chlamydia pneumoniae e wheezing in età pediatrica, nonché il contributo di tali microorganismi alle riacutizzazioni e alla gravità dell’asma (2,4).
Sebbene gli studi sul ruolo dei batteri atipici abbiano fornito risultati discordanti, vari meccanismi biologici potrebbero spiegare l’associazione tra asma e tali patogeni. In particolare, un aumento delle risposte Th2 e il rilascio di neuropeptidi infiammatori sono alcuni dei meccanismi attraverso cui il Mycoplasma pneumoniae potrebbe svolgere il suo ruolo causale.
È possibile, inoltre, che infezioni respiratorie croniche batteriche e virali e la colonizzazione delle basse vie respiratorie determinino un’infiammazione cronica, compromettano la clearance mucociliare e aumentino la produzione di muco, portando infine allo sviluppo dell’asma (2). Pertanto, la prevenzione degli episodi infettivi nel bambino con IRR (infezioni respiratorie ricorrenti) (Figura 1) potrebbe, in linea teorica, contribuire alla prevenzione dell’asma nelle età successive, in particolare in individui con atopia o familiarità (5).
Figura 1. Le IRR (Infezioni Respiratorie Ricorrenti) sono una comune problematica pediatrica |
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Bibliografia |
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