Vaginiti infettive: i vantaggi di metronidazolo-clotrimazolo in associazione per uso topico
Perdite vaginali, prurito, bruciore, irritazione rappresentano alcuni dei più comuni disturbi per i quali la donna richiede il parere del medico.
In più del 90% dei casi la patologia responsabile, la vaginite, è causata da un’infezione batterica (vaginite batterica, la forma più comune) o sostenuta da Candida albicans (candidiasi vulvovaginale) o da Trichomonas vaginalis (tricomoniasi vaginale).
La vaginite batterica, una patologia con sintomi modesti ma possibili importanti conseguenze
La vaginite batterica (VB), con un’incidenza stimata tra il 5% e il 50%, rappresenta la più comune infezione vaginale sia in età fertile che in gravidanza o in premenopausa.
Tale forma di vaginite è un disordine polimicrobico complesso, caratterizzato dalla eccessiva crescita di anaerobi e dalla riduzione dei lattobacilli, in particolare i ceppi produttori di perossido di idrogeno, che rappresentano la specie predominante nella vagina sana (1).
Dolore pelvico cronico nella donna, un disturbo frequente e invalidante
Il dolore pelvico cronico, definito come dolore presente da almeno sei mesi, è un disturbo molto comune e invalidante nella donna.
In particolare, si stima che tale disturbo interessi il 4-15% delle donne in età fertile e sia responsabile del 10% delle visite ginecologiche e di oltre il 40% delle laparoscopie ginecologiche diagnostiche. Inoltre, il 12% di tutte le isterectomie è effettuato in donne con dolore pelvico cronico. Generalmente è interessata l’età fertile, con il picco di prevalenza a circa 30 anni, per periodi di tempo molto prolungati, mentre più raramente il dolore pelvico cronico esordisce prima del menarca o in menopausa (1, 2).
N. 20/2015 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale |