Un diffuso problema di salute pubblica: la candidiasi vulvovaginale

La candidiasi vulvovaginale (VVC), classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una condizione patologica spesso sessualmente trasmessa, è una delle infezioni vaginali più comuni, interessando ogni anno milioni di donne in tutto il mondo. Le attuali stime indicano che, nel corso della vita, il 75% delle donne in età fertile presenta almeno un episodio di VVC e che, di questa percentuale, il 40-50% va incontro ad almeno una recidiva. Nel 5-8% dei casi l’infezione mostra un decorso di tipo ricorrente, caratterizzato da quattro o più episodi nel corso di un anno (1,2). In base alla presentazione clinica, alle caratteristiche microbiologiche, ai fattori correlati all’ospite e alla risposta al trattamento, la VVC può essere classificata in non complicata e complicata, che costituisce circa il 10-20% dei casi (Tabella 1) (3).

 

La specie responsabile della maggior parte dei casi di VVC (85-90%) è la Candida albicans, mentre la Candida glabrata è associata al 5% dei casi e altre specie sono identificate in percentuali ancora minori.

Per quanto riguarda la patogenesi, perché la candida possa svolgere l’azione patogena è necessaria un’alterazione dell’ambiente vaginale e, in particolare, la riduzione del numero di lattobacilli produttori di H2O2, componenti dell’ecosistema vaginale normale, il che giustifica la particolare frequenza di VVC dopo un trattamento con antibiotici ad ampio spettro (4).

Vari fattori correlati all’ospite, come ad es. una precedente colonizzazione, gravidanza, stati di immunodepressione, diabete mellito, possono favorire lo sviluppo della candida (1). Peraltro, indipendentemente da eventuali fattori predisponenti, un ruolo determinante è svolto dallo switching fenotipico della Candida, ovvero il passaggio del fungo dalla forma di blastospora, responsabile della trasmissione e diffusione della colonizzazione asintomatíca, osservata nel 40% circa delle donne, a quella di ifa, in grado di invadere i tessuti e, di conseguenza, causare la comparsa della sintomatologia (5).

I sintomi tipici della VVC includono bruciore vulvare, dispareunia, disuria e perdite vaginali bianche, dense, non caratterizzate da odore, mentre i segni rilevabili all’esame obiettivo sono rappresentati da infiammazione ed edema a livello vaginale ed escoriazioni vulvari (6).

La diagnosi di VVC, suggerita dal quadro clinico, può essere formulata quando i segni e sintomi di vaginite sono associati a dimostrazione della presenza di blastospore o filamenti miceliali all’esame microscopico della secrezione vaginale (con aggiunta di una goccia di soluzione al 10% di idrossido di potassio o con colorazione di Gram) o a risultati positivi dell’esame colturale, che rappresenta il gold standard per la diagnosi (Tabella 2) (6).

 

Il discomfort associato alla VVC può esercitare un significativo impatto sulla vita sessuale e di relazione e influenzare negativamente anche il rendimento lavorativo. Lo stress psicologico e il rischio di possibili complicanze di tipo ginecologico e ostetrico sottolineano la necessità di un efficace trattamento, in grado di ottenere l’eradicazione non solo della candida ma anche di altri eventuali agenti infettanti, quale ad es. l’associazione topica tra metronidazolo e clotrimazolo. Il rischio di recidive infatti è aumentato, anche nelle VVC non complicate, non solo da una mancata eradicazione del patogeno ma anche dalla possibile presenza di un’infezione di tipo misto (batterica e micotica) (2, 6).

 

Bibliografia

1. Mintz JD. et al. Prevalence of Non-Albicans Candida Infections in Women with Recurrent Vulvovaginal Symptomatology. Advances in Infectious Diseases, 2013, 3, 238-242
2. Ciudad-Reynaud A. Infecciones vaginales por cándida: diagnóstico y tratamiento. Rev Per Ginecol Obstet. 2007;53:159-166
3. Frieden TR, Jaffe HW, Cono J. MMWR Recom Rep 2015; 64(3): 75-78
4. Andrews J. Vulvovaginal disease: An Evidence-Based approach to medical management. JCOM 2009; 16 (1): 281-293
5. Andreoni S. Patogenicità di Candida albicans e di altri lieviti. Caleidoscopio italiano- Anno 15-N. 108-1987
6. Tavassoli K., Mattana P. L’attualità del trattamento topico delle infezioni vaginali con l’associazione metronidazolo-clotrimazolo. MINERVA GINECOL 2013;65


 

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N. 06/2016 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale
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