Il cambiamento dello stile di vita, anche alla luce delle più recenti linee guida internazionali, rappresenta un punto fondamentale sia nella prevenzione che nel trattamento del diabete. Accanto alla terapia farmacologica, gli standard per la cura medica del diabete mellito prevedono infatti l’approccio nutrizionale e l’attività fisica: indipendentemente dall’obiettivo glicemico da raggiungere, solo l’integrazione sinergica tra stile di vita e terapia farmacologica consentirà di conseguire tale obiettivo.
Nei pazienti con DM2 una riduzione dell’apporto calorico globale e una opportuna attività fisica, adeguata all’età, sono di primaria importanza per raggiungere un peso fisiologico.
La terapia medica nutrizionale è una componente importante della prevenzione, del trattamento e dell’educazione all’autogestione della malattia. La restrizione calorica è spesso il primo provvedimento terapeutico utile nel paziente diabetico e comporta vantaggi a lungo termine: tende a ridurre il rischio di danni vascolari (macroangiopatia), può aiutare a diminuire elevati livelli di pressione arteriosa, migliora il profilo lipidico plasmatico ed è un passaggio obbligato per il superamento dell’insulino-resistenza.
Sebbene sia ben riconosciuta l’importanza della riduzione del peso per i soggetti sovrappeso e obesi, la distribuzione ottimale dei macronutrienti e il tipo di dieta non sono ancora ben stabilite. Sia una dieta a basso contenuto di grassi e di carboidrati, sia la dieta mediterranea si sono dimostrate in grado di ottenere una riduzione del peso, con risultati simili ad un follow-up di 1-2 anni. In realtà, è ampiamente riconosciuto che non esiste una combinazione di macronutrienti ottimale per il programma alimentare dei soggetti diabetici. La scelta deve essere personalizzata e la composizione in macronutrienti della dieta sarà condizionata dallo stato metabolico del paziente, ad es. profilo lipidico e funzione renale, e/o dalle preferenze del paziente. Peraltro, indipendentemente dalla combinazione di macronutrienti, l’apporto calorico deve essere appropriato all’obiettivo di peso prefissato.
Nei pazienti diabetici un obiettivo ragionevole e spesso facilmente raggiungibile è rappresentato da un calo ponderale di 0.5-1 kg/settimana; questo obiettivo può essere raggiunto con una riduzione di 500-1000 kcal/die rispetto a quelle richieste per il mantenimento del peso medio.
Una moderata riduzione dell’apporto calorico (300‑500 kcal/die), associata ad un modesto incremento del dispendio energetico (200‑300 kcal/die) permette un lento ma progressivo calo ponderale (0,45‑0,90 kg/settimana) (1).
La dieta del paziente diabetico (Tabella 1) prevede un contenuto di carboidrati pari al 45-60 % del totale, tenendo tuttavia presente che alimenti con la stessa quota di carboidrati possono determinare differenti risposte glicemiche, cioè presentano un differente indice glicemico. Alimenti ricchi di fibre solubili hanno un basso indice glicemico e sono quindi consigliabili nel paziente diabetico. Per quanto riguarda l’apporto proteico, deve essere pari al 10-25% delle calorie totali, mentre i grassi saturi devono rappresentare non più del 7-8% e l’introito lipidico totale essere compreso entro il 35% dell’apporto calorico totale (2).
Tabella 1.Indicazioni generali per la composizione ottimale della dieta nel paziente diabetico (2). .jpg)
L’attività fisica, sia aerobica che anaerobica, svolge un ruolo fondamentale nella gestione del diabete. Peraltro, l’attività fisica deve essere svolta con regolarità per apportare benefici continuati e probabilmente includere vari tipi di esercizio. È stato dimostrato infatti che un regolare esercizio fisico migliora il controllo glicemico, riduce i fattori di rischio cardiovascolare, contribuisce alla riduzione del peso corporeo e migliora la qualità di vita del paziente diabetico. Un esercizio fisico strutturato della durata di almeno 8 settimane si è dimostrato in grado di ridurre i livelli di emoglobina glicata in media dello 0.66% nei soggetti con diabete tipo 2, persino in assenza di significative variazioni dell’IMC (Indice di Massa Corporea).
Al diabetico adulto si dovrebbe raccomandare di svolgere almeno 150 minuti/settimana di attività fisica aerobica di intensità moderata (50‑70% della frequenza cardiaca massima), distribuita in almeno 3 giorni alla settimana, e non più di 2 giorni consecutivi di inattività.
In assenza di controindicazioni, il paziente diabetico adulto deve essere incoraggiato a eseguire almeno 2 volte alla settimana un esercizio fisico contro resistenza, associato solo a moderato calo ponderale, che si è dimostrato efficace nel migliorare il controllo glicemico, alcuni parametri della sindrome metabolica e nel contrastare la perdita di massa muscolare (3).
Bibliografia
- Standards of Medical Care in Diabetes 2013. DIABETES CARE, VOLUME 36, SUPPLEMENT 1, JANUARY 2013
- Associazione Medici Diabetologici – Società Italiana di Diabetologia. Standard italiani per la cura del diabete mellito – Edizione per la Medicina Generale. Edizione 2011
- Moscatiello S. et al. Interventi sullo stile di vita nel diabete – A che punto siamo? G It Diabetol Metab 2012;32:20-30
|