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Trattamento acuto della TVP e dell’EP: il ruolo di fondaparinux 

Il tromboembolismo venoso (TEV) rappresenta la terza più comune malattia cardiovascolare dopo l’IMA e l’ictus ed è un problema che interessa quasi tutte le aree della medicina (12).

Fondaparinux è un pentasaccaride di sintesi, inibitore selettivo indiretto del fattore Xa, indicato nella prevenzione e nel trattamento del TEV. Le sue caratteristiche farmacodinamiche e farmacocinetiche ne consentono la monosomministrazione giornaliera per via sottocutanea a dosaggio fisso; inoltre, fondaparinux non si lega al fattore piastrinico 4 (7) e non richiede il monitoraggio della conta piastrinica durante la terapia (3,4,5). 

Fondaparinux, nel trattamento della TVP e dell’EP, ha dimostrato efficacia e sicurezza comparabili a quella di enoxaparina ed eparina non frazionata, rispettivamente nello studio MATISSE-TVP (8) e nello studio MATISSE-EP (9). 

MATISSE-TVP, uno studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, condotto su 2205 pazienti con TVP sintomatica, ha confrontato l'efficacia e la sicurezza di fondaparinux, in monosomministrazione giornaliera a dosaggio fisso per via sottocutanea, con quelle dell’eparina a basso peso molecolare (EBPM) enoxaparina, somministrata per via sottocutanea due volte al giorno a dosaggio aggiustato in base al peso corporeo (8). 

Sono stati inclusi nello studio pazienti (età >18 anni) che presentavano una TVP acuta sintomatica delle vene poplitea, femorale o iliaca o della triforcazione delle vene del polpaccio, che rendeva necessario il ricorso a una terapia antitrombotica. 

Il regime di trattamento ha previsto, per i pazienti del gruppo fondaparinux, un’iniezione giornaliera sottocutanea dell’inibitore selettivo del fattore Xa al dosaggio di 5.0 mg (nel caso di peso corporeo <50 kg), di 7.5 mg (se peso corporeo era compreso tra 50 e 100 kg) e di 10.0 mg (se il peso corporeo era >100 kg), più iniezioni sottocutanee di placebo due volte al giorno. Per i pazienti del gruppo enoxaparina, il regime di trattamento consisteva in due iniezioni sottocutanee al giorno dell’EBPM, al dosaggio di 1 mg/kg di peso corporeo, più un'iniezione una volta al giorno per via sottocutanea di placebo. 

Ai pazienti di entrambi i gruppi è stato somministrato un antagonista della vitamina K (AVK) appena possibile e comunque entro 72 ore dall'inizio della terapia con fondaparinux o con enoxaparina. 

Il trattamento iniziale in doppio cieco è stato continuato per almeno 5 giorni e, comunque, fino a quando l’INR non è risultato > 2.0 per 2 giorni consecutivi. Il trattamento con l’AVK è stato continuato per 3 mesi e l’INR è stato determinato almeno 1 volta al mese. Quasi un terzo dei pazienti è stato trattato ambulatorialmente. 

L'outcome primario di efficacia era rappresentato dall'incidenza di recidive tromboemboliche venose sintomatiche durante i 3 mesi del periodo di studio. Gli outcome principali di sicurezza erano rappresentati dal sanguinamento maggiore durante il periodo di trattamento iniziale e dalla mortalità a 3 mesi. Il sanguinamento era definito maggiore se clinicamente manifesto e associato ad una riduzione della concentrazione di emoglobina ≥2 mg/dL, richiedeva la trasfusione di 2 o più unità di sangue, era retroperitoneale o intracranico, si verificava in un organo critico o contribuiva al decesso. 

Per quanto riguarda l’outcome primario di efficacia, tra i 1098 pazienti che hanno ricevuto il trattamento con fondaparinux, 43 (3.9%) hanno presentato un episodio confermato di recidiva di tromboembolismo venoso (Tabella 1). Tra i 1107 pazienti trattati con enoxaparina, la recidiva tromboembolica venosa è stata confermata in 45 (4.1%) pazienti [differenza assoluta, -0.15% (IC, da -1.8% a 1.5%)]. Il limite superiore dell’intervallo di confidenza (IC) dimostra la non-inferiorità di fondaparinux rispetto ad enoxaparina in termini di efficacia. 

Per quanto riguarda la sicurezza, durante il periodo di trattamento iniziale è stato registrato un sanguinamento maggiore nell’1.1% dei pazienti del gruppo fondaparinux e nell’1.2% di quelli del gruppo enoxaparina (Tabella 1). 
Un sanguinamento maggiore o un sanguinamento clinicamente rilevante non maggiore è stato osservato nel 3.7% dei pazienti in terapia con fondaparinux e nel 4.2% di quelli trattati con enoxaparina (differenza assoluta: - 0.5%; IC 95%: da -2.1 a 1.1%). L’incidenza di sanguinamento nella fase di trattamento con AVK è stata bassa e simile nei due gruppi. Il tasso di mortalità a tre mesi è risultato comparabile nei due gruppi (3.8% vs 3.0%, differenza assoluta = -0.8%; IC 95%: da -0.8% a 2.3%).   

I risultati dello studio hanno consentito di concludere che fondaparinux in monosomministrazione giornaliera per via sottocutanea rappresenta un trattamento della TVP efficace e sicuro almeno quanto enoxaparina. ​

Lo studio MATISSE-EP, randomizzato, in aperto, che ha incluso 2213 pazienti con EP acuta sintomatica emodinamicamente stabili, è stato condotto per confrontare l'efficacia e la sicurezza di fondaparinux con quella dell’eparina non frazionata (ENF) e documentarne la non inferiorità in termini di efficacia (9). 

I pazienti assegnati al gruppo fondaparinux hanno ricevuto una singola iniezione sottocutanea giornaliera del pentasaccaride sintetico al dosaggio di 5.0 mg (peso corporeo <50 kg), di 7.5 mg (peso corporeo tra 50 e 100 kg) o di 10.0 mg (peso corporeo >100 kg). I pazienti randomizzati nel gruppo ENF hanno ricevuto un bolo endovenoso iniziale di almeno 5.000 UI, seguito da almeno 1.250 UI/ora in infusione endovenosa continua.  In entrambi i gruppi, è stata avviata il più presto possibile, e comunque entro 72 ore dall'inizio del trattamento in studio, la terapia con un AVK. 
Inizialmente, il tempo di protrombina è stato misurato almeno a giorni alterni e la dose di AVK è stata aggiustata in modo da mantenere l’INR ad un valore compreso tra 2.0 e 3.0. La somministrazione di ENF o fondaparinux è stata proseguita per almeno cinque giorni e comunque fino ad ottenere un INR > 2.0 per due giorni consecutivi. Il trattamento con l’AVK è stato continuato per tre mesi e l'INR è stato determinato almeno una volta al mese. 

L'outcome primario di efficacia era rappresentato dall'incidenza a 3 mesi di un endpoint composito costituito da recidiva di EP sintomatica (non fatale o fatale) e da nuovi (o da recidiva di) episodi di TVP. Gli outcome principali di sicurezza erano rappresentati da sanguinamento maggiore durante il periodo di trattamento iniziale e dalla morte durante i 3 mesi del periodo di studio. 

Quarantadue dei 1103 pazienti assegnati al trattamento con fondaparinux (3.8%) hanno presentato recidiva di TEV, in confronto con 56 dei 1110 pazienti del gruppo ENF (5.0%), con una differenza assoluta di -1.2% a favore di fondaparinux (IC al 95%, da -3 a 0.5).   

Per quanto riguarda la sicurezza, il sanguinamento maggiore durante il trattamento iniziale si è verificato nell’1.3% dei pazienti del gruppo fondaparinux e nell’1.1% di quelli del gruppo ENF (differenza assoluta: 0.2%; IC al 95%, da -0.7 a 1.1) (Tabella 2). L’incidenza di sanguinamento nella fase di trattamento con AVK è stata simile nei due gruppi di trattamento. 
Per quanto riguarda l’altro outcome principale di sicurezza, la mortalità durante i tre mesi dello studio, nel gruppo fondaparinux è stato registrato il decesso del 5.2% dei pazienti trattati, rispetto al 4.4% osservato tra i pazienti del gruppo UFH (differenza assoluta: 0.8%; IC al 95%, da -1.0 a 2.6).  

In conclusione, nello studio MATISSE-EP la somministrazione sottocutanea di fondaparinux una volta al giorno, è risultata non inferiore rispetto a quella di ENF per via endovenosa nel trattamento iniziale dell’EP acuta emodinamicamente stabile e l’incidenza di eventi avversi è risultata simile con le due terapie (9). 

In base alle sue caratteristiche farmacocinetiche e farmacodinamiche e ai risultati degli studi clinici MATISSE, fondaparinux rappresenta una valida opzione terapeutica per il trattamento in acuto dei pazienti con TVP ed EP, come riconosciuto anche nelle raccomandazioni delle linee guida internazionali, tra cui le linee guida ACCP (10) e le linee guida ESC 2014 (11). 

Poiché fondaparinux agisce come inibitore sintetico selettivo indiretto del fattore Xa , inoltre, il suo utilizzo nella fase acuta della EP può precedere il trattamento a lungo termine con VKA e anche con i DOACs, come raccomandato dalle principali linee guida internazionali, rispettivamente 1-2 giorni prima di rivaroxaban ed apixaban o almeno 5 giorni prima di dabigatran ed edoxaban (11).


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