Un valido e ben tollerato trattamento delle vaginiti: l’associazione metronidazolo-clotrimazolo per uso topico
La vaginite è una delle più frequenti infezioni del sistema genitale femminile ed i disturbi ad essa associati rappresentano una delle più comuni cause di consultazione medica (Figura 1).
Tra le tre forme in cui le vaginiti infettive sono classificate, ovvero candidiasi vulvovaginale, sostenuta principalmente da Candida albicans, tricomoniasi vaginale, da Trichomonas e vaginite batterica, sostenuta da vari microorganismi, quest’ultima è la più frequente.
Vaginiti infettive: una condizione benigna da non sottovalutare
Le infezioni vaginali, vaginosi batterica, candidosi vulvo-vaginale e tricomoniasi vaginale, rappresentano una delle patologie ginecologiche più frequenti (Figura 1) (1).
In particolare, le vaginiti batteriche rappresentano la più comune patologia del tratto genitale inferiore nelle donne in età fertile e la principale causa di perdite vaginali. Nella donna in gravidanza, la prevalenza di tale condizione è simile a quella osservata nella donna non gravida, con tassi compresi tra il 6% e il 32% (2).
Per quanto riguarda la candidosi vulvo-vaginale, il 75% delle donne nel corso della vita presenta almeno un episodio infettivo e, di queste, quasi il 50% presenterà una recidiva e il 5% svilupperà una forma ricorrente (3).
L’endometriosi, una patologia dell’età fertile con importanti implicazioni cliniche e sulla qualità di vita
L’endometriosi è una patologia ginecologica cronica estrogeno-dipendente, definita come una lesione distrofica locale associata alla presenza e all’evoluzione di cellule endometriali ectopiche attive. Si distinguono un’endometriosi interna (adenomiosi e adenomiomatosi miometriale) ed un’endometriosi esterna (genitale, con localizzazione sui genitali o sui legamenti pelvici, ed extragenitale, che può localizzarsi a livello intestinale, polmonare, pleurico, renale, ecc.).
N. 9/2015 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale |