Page 24 - Cheratocongiuntivite
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7. Cosa chiedere
all’Allergologo?
CAPITOLO
Franco Borghesan
Specialista in allergologia, Padova
Nel sospetto di una congiuntivite allergica l’inte- tardato (reazioni immunitarie di tipo IV secondo la
razione tra oculista e allergologo è fondamentale. classificazione di Gell e Coombs). In queste forme
Compito dell’allergologo è la conferma della sono coinvolti linfociti T citolitici e linfociti di tipo
patogenesi allergica, l’individuazione dell’a- T-helper 1 con produzione di IFN-γ, IL-2, TNF-α. In
gente causale e la prescrizione di eventuali questa forma prevale l’attività macrofagica, la for-
terapie desensibilizzanti. mazione di granulomi e l’attività fibroblastica.
Le manifestazioni allergiche congiuntivali vengono Il compito dell’allergologo dicevo, è la conferma
distinte in IgE-mediate e non IgE-mediate (1). della patogenesi allergica attraverso una ac-
Le prime sono le congiuntiviti allergiche stagionali curata raccolta anamnestica, momento essenziale
(SAC) e perenni (PAC), la cheratongiuntivite Vernal del lavoro clinico. La storia clinica dovrà considera-
(VKC) e la cheratongiuntivite atopica (AKC). Nelle re se ci sono le caratteristiche fondamentali della
forme non IgE-mediate invece, troviamo ancora la forma allergica che sono essenzialmente:
VKC e l’AKC (forme dunque a patogenesi mista), • la specificità della reazione: i sintomi devono
la congiuntivite giganto-papillare e la blefarocon- essere indotti da quella sostanza o da sostanze
giuntivite da contatto. correlate;
Le forme IgE-mediate sono le vere forme allergiche. • l’indipendenza dalla dose: gli allergici rispon-
In individui geneticamente predisposti, il difetto di dono a minime dosi della sostanza incriminata
linfociti T regolatori fa sì che al contatto dell’aller- • il fatto che le manifestazioni allergiche si pre-
gene con le mucose si formi un ambiente di tipo sentano sempre in presenza dell’allergene (non
T-helper 2 con produzione di citochine proinfiam- è plausibile normalmente che l’allergene so-
matorie in particolare IL-4, IL-5 e IL-13 e produzione spettato dia reazione solo in alcune occasioni;
di IgE (fase di sensibilizzazione) (2) (Figura 1). • la dimostrabilità della reazione allergica (3).
Le IgE si legano ai recettori ad alta affinità presenti Una volta confermato il sospetto clinico di allergia,
su mastociti e basofili e il contatto dell’allergene l’allergologo si impegnerà nell’individuazione
con le IgE adese ai recettori (il classico legame “a dell’agente causale. Questo avviene per le for-
ponte”) determina la liberazione dei mediatori pre- me IgE-mediate attraverso l’esecuzione dei test
formati, in particolare l’istamina, responsabile del- percutanei a lettura immediata, i cosiddetti prick
la vasodilatazione e del prurito tipici dell’allergia test e attraverso la ricerca delle IgE-specifiche (en-
(fase effettrice). Le IgE-specifiche sono presenti nel trambi test che si usano in allergologia oculare per
circolo ematico e si depositano anche sui mastociti ricerca di allergie ad inalanti). I test cutanei sono di
dell’epidermide (prerequisito, come vedremo, per facile esecuzione, sono economici e forniscono il
la diagnostica allergologica). risultato nell’arco di pochi minuti con la comparsa
Le forme non IgE-mediate sono causate da mec- di una reazione eritemato-pomfoide pruriginosa nel
canismi immunologici prevalentemente di tipo ri- sito di “inoculo” dell’allergene. Il dosaggio delle
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